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Le microimprese italiane puntano poco su Internet. Per quattro su dieci non serve ai loro affari

Microimpresa_germania

L’Istat rivela la scarsa affezione per il Web da parte delle aziende che hanno da 3 a 9 dipendenti: per il 42,2% di esse la rete non è necessaria per l’attività mentre si registra un generalizzato atteggiamento di mera “difesa” rispetto alla realtà di crisi microimpresa_germaniaIn un Paese dove il cui sistema produttivo ha una “struttura dimensionale fortemente frammentata e una dimensione media tra le più basse d’Europa” diventa importante che i “piccoli” raccolgano la sfida, e le opportunità, offerte dalle nuove tecnologie. Peccato che la crisi generalizzata ha spinto le micro-imprese italiane, ossia le aziende che hanno tra i 3 e i 9 dipendenti, ad adottare “strategie quasi esclusivamente difensive” rinunciando così in larga parte alle assunzioni, agli investimenti in formazione e, di conseguenza, all’immersione nella nuova realtà digitale. A dipingere questo quadro a tinte fosche è l’Istat nel terzo report di approfondimento sulla rilevazione diretta sulle imprese svolta dall’Istituto nell’ambito delle attività connesse al 9° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi. Solo il 32,6% delle microimprese svolge attività di formazione aziendale, una percentuale che arriva alla metà del campione nel settore dei servizi, mentre il 32,3% delle microimprese ha introdotto almeno un’innovazione nel triennio 2009-2011. Ma a preoccupare è la scarsa affezione di questo pezzo di Italia nei confronti dell’Ict. Se nel 2011 il 77% delle imprese tra i 3 e 9 addetti disponeva di una connessione ad Internet, il 42,2% delle microimprese reputa Internet “non necessario o inutile per l’attività che svolge”. Sembrerebbe che le potenzialità del web non siano riconosciute appieno da questa classe dimensionale. Le microimprese utilizzano internet soprattutto per accedere ai servizi bancari e finanziari (62,8%), ottenere informazioni (42,1%) o svolgere procedure amministrative interamente per via elettronica (26,9%). Un terzo delle microimprese utilizza un sito web o pagine internet. L’utilità principale del sito è offrire una vetrina virtuale per scopi pubblicitari e di marketing dei prodotti e servizi (24,6%). Poche imprese danno ai visitatori la possibilità di agire sul sito effettuando ordinazioni o prenotazioni (8,2%), pagamenti on line (5,1%) o personalizzazioni dei contenuti del sito (2,1%). L’11,6% delle microimprese è presente sul web utilizzando almeno un social media tra i più diffusi (social network, blog aziendali, o wiki). Sono soprattutto le imprese attive nella ricerca, selezione e fornitura di personale ad utilizzare questi strumenti (47%), seguite da quelle che svolgono attività di programmazione e trasmissione (42,1%) e dalle agenzie di viaggio (41,8%). Le principali motivazioni per le quali le microimprese utilizzano social media sono relative al miglioramento dell’immagine aziendale (34,1%), alla collaborazione con altre imprese od organizzazioni (29,4%), all’interazione con la clientela (15,9%). La propensione all’utilizzo di strumenti “social” è maggiore tra le microimprese attive nei mercati internazionali (16%). Il commercio elettronico viene effettuato dal 25,1% delle imprese ma l’opportunità di vendere on line è sfruttata soltanto dal 5,1% delle microimprese, mentre il 23,4% acquista sul web. Foto: www.italiagermania.org

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