Edoardo Giardino è avvocato e professore associato nonché abilitato alle funzioni di professore ordinario di…
Le microimprese italiane puntano poco su Internet. Per quattro su dieci non serve ai loro affari
L’Istat rivela la scarsa affezione per il Web da parte delle aziende che hanno da 3 a 9 dipendenti: per il 42,2% di esse la rete non è necessaria per l’attività mentre si registra un generalizzato atteggiamento di mera “difesa” rispetto alla realtà di crisi In un Paese dove il cui sistema produttivo ha una “struttura dimensionale fortemente frammentata e una dimensione media tra le più basse d’Europa” diventa importante che i “piccoli” raccolgano la sfida, e le opportunità, offerte dalle nuove tecnologie. Peccato che la crisi generalizzata ha spinto le micro-imprese italiane, ossia le aziende che hanno tra i 3 e i 9 dipendenti, ad adottare “strategie quasi esclusivamente difensive” rinunciando così in larga parte alle assunzioni, agli investimenti in formazione e, di conseguenza, all’immersione nella nuova realtà digitale. A dipingere questo quadro a tinte fosche è l’Istat nel terzo report di approfondimento sulla rilevazione diretta sulle imprese svolta dall’Istituto nell’ambito delle attività connesse al 9° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi. Solo il 32,6% delle microimprese svolge attività di formazione aziendale, una percentuale che arriva alla metà del campione nel settore dei servizi, mentre il 32,3% delle microimprese ha introdotto almeno un’innovazione nel triennio 2009-2011. Ma a preoccupare è la scarsa affezione di questo pezzo di Italia nei confronti dell’Ict. Se nel 2011 il 77% delle imprese tra i 3 e 9 addetti disponeva di una connessione ad Internet, il 42,2% delle microimprese reputa Internet “non necessario o inutile per l’attività che svolge”. Sembrerebbe che le potenzialità del web non siano riconosciute appieno da questa classe dimensionale. Le microimprese utilizzano internet soprattutto per accedere ai servizi bancari e finanziari (62,8%), ottenere informazioni (42,1%) o svolgere procedure amministrative interamente per via elettronica (26,9%). Un terzo delle microimprese utilizza un sito web o pagine internet. L’utilità principale del sito è offrire una vetrina virtuale per scopi pubblicitari e di marketing dei prodotti e servizi (24,6%). Poche imprese danno ai visitatori la possibilità di agire sul sito effettuando ordinazioni o prenotazioni (8,2%), pagamenti on line (5,1%) o personalizzazioni dei contenuti del sito (2,1%). L’11,6% delle microimprese è presente sul web utilizzando almeno un social media tra i più diffusi (social network, blog aziendali, o wiki). Sono soprattutto le imprese attive nella ricerca, selezione e fornitura di personale ad utilizzare questi strumenti (47%), seguite da quelle che svolgono attività di programmazione e trasmissione (42,1%) e dalle agenzie di viaggio (41,8%). Le principali motivazioni per le quali le microimprese utilizzano social media sono relative al miglioramento dell’immagine aziendale (34,1%), alla collaborazione con altre imprese od organizzazioni (29,4%), all’interazione con la clientela (15,9%). La propensione all’utilizzo di strumenti “social” è maggiore tra le microimprese attive nei mercati internazionali (16%). Il commercio elettronico viene effettuato dal 25,1% delle imprese ma l’opportunità di vendere on line è sfruttata soltanto dal 5,1% delle microimprese, mentre il 23,4% acquista sul web. Foto: www.italiagermania.org