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La via europea alla Net neutrality

di Fabio Dell’Aversana

La notizia di un nuovo passo in avanti verso l’approvazione del regolamento sul mercato unico delle telecomunicazioni – provvedimento a cui aveva già iniziato a lavorare il Parlamento europeo nella precedente composizione – ha suscitato l’interesse degli addetti ai lavori, e non solo [1].

Un breve excursus permetterà di comprendere meglio quale sia l’impatto del voto delle scorse settimane.

Il tema della neutralità della rete è al centro del dibattito da alcuni decenni: in particolare, dal 2005, anno in cui per la prima volta venne sanzionato – dalla Federal Communications Commission (FCC) – il comportamento discriminatorio posto in essere da un Internet Service Provider a discapito di alcuni fornitori di servizi. Il caso fu studiato dai massimi esperti del settore e portò, in tempi relativamente brevi, alla sempre più netta configurazione di quelle che ancora oggi risultano essere le (opposte) ricostruzioni del problema: da un lato c’è chi ritiene giusto (continuare a) garantire la neutralità della rete, così da evitare che vi possano essere discriminazioni tra gli utenti e tra i fornitori di contenuti, soggetti che, quindi, devono essere trattati allo stesso modo da parte del fornitore di accesso; dall’altro lato si è sempre più consolidata la contrapposta teoria che legittima le politiche di gestione del traffico dati nella prospettiva di recuperare gli investimenti compiuti per garantire un accesso sicuro, veloce e stabile grazie alla maggiorazione dei prezzi di alcuni dei servizi offerti agli utenti, siano essi gli end user ovvero gli operatori economici del web.

Dalla sintetica schematizzazione delineata emerge che l’accoglimento di una tesi a discapito dell’altra ha conseguenze sul più generale problema della regolazione della rete, tema che a sua volta interessa i profili economici e gli aspetti riguardanti l’esercizio dei diritti in Internet. Non a caso, il Parlamento europeo ha deciso di inserire la regola della neutralità della rete in più ampio testo volto a tutelare i diritti degli utenti: a tal proposito giova ricordare che l’obiettivo principale del regolamento è abbattere, in via definitiva, le maggiorazioni di prezzo che gli utenti, ancora oggi, subiscono a causa dell’applicazione da parte degli operatori telefonici delle tariffe di roaming internazionale.

Il progetto in discussione è stato salutato in vario modo dagli addetti ai lavori, i quali non hanno nascosto obiezioni in merito ai possibili rischi insiti nelle nuove norme. In particolare, molte perplessità sono state messe in evidenza con riguardo alla scelta di ammettere i cc.dd. servizi premium [2], i quali, per definizione, costituiscono una falla per un sistema che si dica ispirato alla assoluta neutralità della rete. Dall’altro lato, è innegabile che il regolamento abbia un altissimo valore, almeno da un punto di vista politico. Lo dimostra chiaramente l’affermazione di principio in esso contenuta, che ci induce a concludere circa la condivisione del principio della net neutrality da parte delle Istituzioni europee.

Inoltre, l’affermazione di principio, ad avviso di chi scrive, costituisce il principale elemento di continuità con la recente legislazione americana, la quale ha visto nell’approvazione del regolamento della FCC sulla net neutrality del 26 febbraio 2015 [3] la chiara ed inequivocabile affermazione delle regole del No Blocking, No Throttling e No Paid Prioritization.

Infine, è interessante osservare che il regolamento sul mercato unico delle telecomunicazioni costituisce l’ultima tappa di un lungo percorso. Basti ricordare che risale al giugno 2010 la prima consultazione della Commissione europea sulle principali problematiche legate al concetto di neutralità della rete, nell’ambito della quale si è cercato di individuare quali pratiche possono essere legittimamente impiegate da parte dei fornitori di servizi Internet per un corretta gestione del traffico. La consultazione ha rappresentato un atto di fondamentale importanza, anche perché con essa si è cercato di comprendere se pratiche di gestione della rete possano creare problemi o avere effetti iniqui per gli utenti, se il livello di concorrenza tra i diversi fornitori di servizi Internet e le disposizioni del nuovo quadro per le telecomunicazioni siano sufficienti ad evitare questo tipo di problemi e se le istituzioni comunitarie debbano impegnarsi ulteriormente per garantire l’equità nel mercato interno.

Il regolamento di cui stiamo discorrendo costituisce, dunque, l’atto conclusivo di un lungo processo che ha visto partecipi, oltre alla Commissione, anche altre Istituzioni europee [4].

Note

[1] Il Parlamento ha approvato la posizione del Consiglio in prima lettura (http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P8-TA-2015-0367+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT ). Al seguente link è possibile consultare il testo elaborato dal Consiglio:  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-10788-2015-REV-2/it/pdf .

[2] A tal proposito, è interessante notare che, oltre all’eccezione tecnica (id est: quella che trova la sua unica ragion d’essere nella eccessiva congestione della rete), il testo di cui si discorre consente la possibilità di creare delle vere e proprie corsie preferenziali per gli operatori economici che vogliano accedere più velocemente alla rete.

[3] Consultabile nella versione recentemente entrata in vigore al seguente link: https://apps.fcc.gov/edocs_public/attachmatch/FCC-15-24A1.pdf.

[4] Quanto detto nel testo non esclude il fatto che alcune Istituzioni abbiano espresso il proprio disappunto. Per esempio, il BEREC ha formulato parere negativo con un documento che pone al centro del dibattito la questione del metodo impiegato: per l’organismo, infatti, sarebbe stato auspicabile una maggiore partecipazione dei soggetti interessati, magari tramite l’avvio di un’ulteriore consultazione pubblica. Queste riflessioni possono essere lette in BEREC, BEREC views on the proposal for a Regulation “laying down measures to complete the European single market for electronic communications and to achieve a Connected Continent”, 17 ottobre 2013.

23 novembre 2015

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