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I nuovi profili della regolazione di Internet: la ricca giornata del Convegno presso l’Università Europea [Audio e Video]

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Ad animare i lavori di venerdì 9 maggio 2014, tra gli altri, gli interventi dei Proff. Alberto Gambino, Valeria Falce e Andrea Stazi dell’Università Europea di Roma, del Presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani e del Presidente dell’Agcm Giovanni Pitruzzella. Al tavolo anche Paolo Coppola, deputato del Partito Democratico, Antonio Palmieri, parlamentare di Forza Italia, e rappresentanti di emittenti televisive e Confindustria Digitale “Come regolare i fenomeni che abbiamo deciso di racchiudere all’interno della definizione di ‘Internet 2.0’ garantendo il bilancio delle forze e dei diritti in campo? Bisogna puntare sulla autoregolazione, su una regolazione invasiva o su una co-regolazione che rappresenti una terza via?”. È con queste domande che la Prof.ssa Valeria Falce, ordinario di Diritto dell’Economia presso l’Università Europea di Roma, ha introdotto i lavori di “Internet 2.0: nuovi profili della regolazione“, Convegno che ha avuto luogo durante la giornata di venerdì 9 maggio presso lo stesso ateneo romano. Sono così riassunte alcune delle principali questioni al centro delle relazioni e degli interventi, che hanno spaziato dalla regolazione delle reti in Italia e in Europa ai diritti e tutele per i consumatori nella realtà digitale, passando per il diritto d’autore sui nuovi media e per il rapporto tra accesso e controllo per gli operatori della rete.

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Dopo i saluti del Magnifico Rettore dell’Università Europea di Roma P. Luca Gallizia, L.C., è così iniziata la prima sessione, intitolata Regolazione e concorrenza a livello comunitario e nazionale e presieduta dal Professor Alberto Gambino, Coordinatore nazionale del progetto PRIN 2010-2011. Uno spazio che si è avvalso degli interventi di Angelo Marcello Cardani, Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) e Roberto Viola, membro della Commissione Europea – DG Connect. Prima-Sessione“La rivoluzione in atto ha i tratti della rivoluzione industriale – ha esordito Viola – Se l’Europa lo comprende e metterà in campo misure concrete sarà un’occasione, ma se si seguirà una semplice retorica dell’innovazione che non tenga realmente conto di tutti i fattori in gioco, positivi e non, allora non andremo lontano. In questo senso il mercato unico è uno strumento olistico di politiche legate al digitale. L’idea che tutto debba avvenire per posta certificata – ha chiosato Viola – è l’equivalente della raccomandata in versione digitale. Non c’è insomma un reale cambio di mentalità. Molto meglio l’identità digitale che permette ai cittadini di autenticarsi tramite uno spazio online. E sulla NetNeutrality, avere una norma europea nella quale si afferma che nessun operatore possa bloccare servizi è un gesto di grande civiltà”. È stato un primo bilancio degli effetti del Regolamento antipirateria entrato in vigore il 31 marzo scorso, invece,  il fulcro dell’intervento di Cardani:  “Non abbiamo imbavagliato nessuno, né abbiamo tolto il diritto di espressione a nessuno. Certo non abbiamo cambiato il mondo, perché in un mese di funzionamento non abbiamo potuto stroncare la pirateria informatica, ma i risultati positivi, che stanno già arrivando, saranno graduali, soprattutto dal punto di vista della diffusione dell’educazione all’uso e all’offerta legale delle nuove tecnologie”. “Vorrei sottolineare – ha proseguito il presidente Agcom – che per la prima volta dopo 25 anni lo Special301 americano non vede l’Italia nella black list dei Paesi sotto osservazione speciale per problemi legati alla tutela del copyright; certo non abbiamo fatto il regolamento per questo, ma il risultato è un effetto positivo a cascata su tutti gli scambi commerciali con gli Stati Uniti per le industrie basate sul rispetto del diritto d’autore”.

Per Pitruzzella “nel settore delle telecomunicazioni l’attenzione è focalizzata sulla creazione del mercato unico digitale, alla ricerca di quel fattore che ci permetta di colmare il gap con i Paesi che hanno infrastrutture più avanzate. Abbiamo dei ritardi che sono significativi a livello europeo e ancor più a livello nazionale. Ma a che cosa è ascrivibile questa empasse negli investimenti? La Commissione punta il dito sulla debolezza degli operatori di telecomunicazione europei, che agiscono in un quadro frammentato. È chiaro tuttavia che qualunque operazione di concentrazione degli operatori dovrà essere realizzata con il massimo rispetto dei principi di concorrenza”. “L’Europa – ha affermato il Presidente Agcm – non è solo quella del fiscal compact, ma una realtà complessa all’interno della quale il mercato unico è fondamentale per un processo di crescita senza il quale tante delle conquiste ottenute nei decenni scorsi saranno irrimediabilmente perdute”. Riferendosi al sempre più stretto rapporto tra istituzioni europee e Authorities nazionali emerso dal dibattito il Prof. Gambino ha chiosato: “È questa una dinamica che potrebbe anche essere interpretata come un vulnus, se non altro per le domande che si aprono sul ruolo dei parlamenti nazionali e della territorialità”. Il giurista è poi intervenuto su quanto dichiarato dal ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini in merito ad una necessità di un “risarcimento da parte delle reti televisive nei confronti della lettura per averla danneggiata”. “La provocazione lanciata dal Salone del Libro dal ministro – ha affermato Gambino – è un messaggio che apre una riflessione sul valore della lettura in un momento in cui le nuove tecnologie cambiano le modalità di fruizione della cultura. Abbiamo assistito negli ultimi decenni ad una prima rottura nella fruizione culturale da un modello fortemente incentrato sulla lettura ad uno più liquido che ha trovato nel mezzo televisivo la sua naturale espressione, e assistiamo ora ad un nuovo importante cambiamento. Dentro lo scenario della rete Internet – ha spiegato – la produzione culturale si è orientata verso forme espressive nuove che si stanno imponendo come veri e propri generi letterari. Tuttavia, essi sono molto distanti da quelli che sono i modelli tradizionali ai quali eravamo abituati. In questo senso una riflessione sul valore della lettura nell’era digitale è di stringente attualità”.   SecondaSessioneInternet2.0La seconda sessione dedicata a Reti, operatori e diritti in ambiente 2.0 ha avuto al tavolo, insieme alla Prof.ssa Falce, il Prof. Paul Nihoul (Università di Louvain), il Prof. Roberto Pardolesi, (Università LUISS Guido Carli), il Prof. Vincenzo Zeno-Zencovich, (Università di Roma Tre – Rettore UNINT), il Prof. Vincenzo Franceschelli (Università degli Studi Milano-Bicocca) e Paolo Coppola, deputato del Partito Democratico. Quest’ultimo è stato molto pungente prima sul fronte delle norme che regolano la migrazione della Pubblica Amministrazione italiana verso il digitale (“Uno dei grandi problemi del Cad è che non viene applicato, spesso per mancanza di competenza all’interno della Pa”) e poi su quello della Net Neutrality: “Non ritengo che gli investimenti necessari nella rete in Italia siano eccessivi rispetto ad altri investimenti che si fanno nel Paese. Io faccio parte della Commissione trasporti – ha chiosato Coppola con ironia – e domani potrei proporre di riformare il codice della strada così da permettere ad alcuni automobilisti di pagare per circolare su corsie preferenziali, e con quei soldi finanziarie i lavori di rifacimento della rete stradale nazionale”.

  TerzaSessione9maggioLa terza sessione ha aperto il dibattito pomeridiano sui temi Nuovi servizi, dati, contenuti e tutele, presieduta dal Prof. Salvatore Sica (Università di Salerno) ed animata dagli interventi della Prof.ssa Rosaria Romano (Università di Chieti-Pescara), del Prof. Giorgio Resta (Università di Bari), del Prof. Andrea Stazi (Università Europea di Roma) e del Prof. Gustavo Ghidini (Università di Milano – LUISS Guido Carli). “Occorre cercare di applicare gli istituti dell’ordinamento che conosciamo ai nuovi problemi – ha esordito Stazi – in particolare in merito a due importanti profili: il primo è il rapporto tra proprietà intellettuale e altri diritti fondamentali; l’altro è quello delle nuove questioni poste alla stessa proprietà intellettuale dagli User Generated Content”. “Sul versante dei diritti, sono in gioco quelli sanciti dalla Carta dell’Unione Europea, e quindi la protezione dei dati personali, la libertà di informazione, quella di iniziativa economica e la proprietà intellettuale, senza tralasciare il diritto ad un ricorso effettivo e l’articolo 54 relativo all’abuso di diritto. Guardando alla giurisprudenza della Corte di Giustizia emerge l’orientamento di un bilanciamento che deve avvenire secondo criteri che possono essere letti in base al principio di sussidiarietà, che riguarda sia le discipline, nel senso che volta per volta deve applicassi la norma che tuteli il diritto ossia l’interesse che prevale in ogni fattispecie, sia tra le istituzioni. Importante risulta dunque che caso per caso si vada a valutare quale istituzione abbia la competenza ad agire e quale diritto prevalga sugli altri”. “Sul secondo profilo, quello del rapporto tra UGC e diritto d’autore, si apre una riflessione sul rapporto tra la libertà d’espressione dell’utente che può diventare creatore e il diritto d’autore stesso. Nello scenario di Internet 2.0 le varie tecniche che permettono ad un utente di diventare prosumer aprono la possibilità di una proposta, forse provocatoria, ma utile ad uscire dalla trappola delle definizioni. La premessa è che siamo di fronte ad un fenomeno di creazione digitale di solito senza permesso; le opzioni regolatorie passano così per una qualificazione delle fattispecie di tipo oggettivo: il consumo e la creazione”. Dopo le conclusioni di Carlo Alberto Ubertazzi (Università di Pavia), si è aperta la Tavola rotonda sul tema La circolazione di contenuti digitali e l’enforcement dei diritti di autore in rete, organizzata in occasione della pubblicazione del Volume di Eugenio ProsperettiL’opera digitale tra regole e mercato”. IMG_0058Il dibattito, moderato dal giornalista del Corriere della Sera Marco Cecchini, si è aperto con l’intervento del deputato di Forza Italia Antonio Palmieri: “La politica, dalla WebTax al cosiddetto equo compenso fino al dibattito attorno al Regolamento Agcom, ha dimostrato un grande fermento rispetto ai temi di Internet. Il focus in ogni caso è sull’azione del Governo e non tanto sull’operato del Parlamento, perché la complessità del tema necessita di una concertazione con le istituzioni europee, unica sede nella quale è possibile prendere le soluzioni giuste, e in questo il semestre di presidenza italiana in Europa sarà centrale”. “Su un altro fronte – ha proseguito Palmieri – occorre passare da un conflitto tra interessi tra i vari attori in gioco ad un’alleanza tra tutti coloro che hanno a che fare con l’industria digitale e legata al diritto d’autore. Anche per loro il semestre di presidenza europea sarà l’occasione per presentare le loro istanze con la concreta speranza di vedere misure efficaci in quella sede. Chiudo con due assi culturali: il primo è che il diritto d’autore sta dentro il diritto di proprietà privata che è un diritto naturale; il secondo è che il Web non è un mondo a parte, non esiste un popolo della rete diverso dalle persone in carne ed ossa né esiste uno spazio avulso dalla realtà di tutti i giorni. Al massimo si può parlare di un popolo in rete, in uno spazio che riproduce pregi e difetti della società”. Dopo di lui, Maria Concetta Cassata (Mibact), Maria Candida Gregorio (Rai) e Giovanni Napolitano (WIPO). Quest’ultimo ha rivolto un appello ad “uscire dalla visione centrata solo su ciò che accade in Europa e negli Usa in materia di pirateria, perché ciò che accade in Paesi come Cina e India rende quasi marginali i fenomeni occidentali”. Per Roberto Bedani (Direttore Confindustria Digitale), “non c’è dubbio che nell’ambito della Web economy siano maturi i tempi per fare riflessioni e trovare soluzioni ad alcuni grandi problemi complessi e transnazionali. Il primo di essi è implementare misure che facciano di Internet un luogo nel quale tendenzialmente gli illeciti siano ridotti al tollerabile. Il secondo è relativo alla tassazione dei grandi player. Il terzo è la necessità di domandarsi se ci sono delle posizioni dominanti, ma per risponderci occorre prima perimetrare i nuovi mercati. È impensabile risolvere solo uno di questi problemi tralasciando gli altri, perché sono collegati tra loro”. La giornata di lavori si è così avviata alla conclusione con gli interventi di Carmelo Fontana (Corporate counsel di Google Italy), Isabella Splendore, responsabile area giuridica e internazionale della Federazione Italiana Editori Giornali, Andrea Franceschi (Confindustria Radio Tv), e con le conclusioni del Prof. Francesco Graziadei (LUISS). 

Il Convegno rientra nell’ambito del PRIN-Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale “La regolamentazione giuridica delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) quale strumento di potenziamento delle società inclusive, innovative e sicure”, di cui l’Università Europea è capofila, è accreditato fra gli eventi della Settimana Mondiale della Proprietà Intellettuale e si avvale del patrocinio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom).

10 maggio 2014

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