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Per le reti a banda larga scommessa sulla regole

di Andrea Stazi   La convergenza tecnologica richiede oramai lo sviluppo di nuove infrastrutture a banda larga, le cosiddette reti di nuova generazione, attraverso le quali è possibile la fornitura di servizi integrati che includano telefonia fissa e mobile, accesso a Internet e contenuti audiovisivi. Ciò rende necessari investimenti notevoli per l’adeguamento delle attuali infrastrutture, nella posa e nella messa in opera di nuove reti in fibra ottica, nonché nello sviluppo di reti wireless in tecnologia Wi-Fi e Wi-Max. Le Next Generation Networks si caratterizzano essenzialmente per due profili fondamentali: la marcata separazione delle funzioni di “trasporto” da quelle legate ai “servizi” e la specifica caratterizzazione di questi ultimi come fruibili in modo multimediale. La separazione fra servizi e trasporto, in particolare, favorisce l’integrazione di nuovi servizi e contenuti senza la necessità di ulteriori adattamenti dei componenti di rete, come avviene invece con le reti tradizionali. L’essenza delle NGNs risiede, quindi, nella convergenza tra fisso e mobile, voce e dati, dati e contenuti e – più ampiamente – fra information technologies, telecomunicazioni e audiovisivo. Per quanto concerne gli aspetti regolamentari relativi alle reti di nuova generazione, attualmente non esiste un quadro ben definito su nessuna delle due sponde dell’Atlantico. Negli Stati Uniti, il dibattito è già da tempo incentrato sul concetto della “network neutrality” – ovvero la possibilità per gli operatori di rete di offrire diversi livelli di qualità del servizio per i contenuti trasportati sulle proprie reti – con la relativa opportunità di un approccio regolamentare “light“, nonché, quindi, sulle differenti opzioni di policy che deriverebbero dall’accoglimento o dal rigetto di tali opzioni. A livello comunitario, si sta procedendo alla implementazione del quadro regolatorio generale delle comunicazioni elettroniche del 2002, attraverso la cosiddetta “Review 2006“, che dovrà essere pienamente recepita negli ordinamenti nazionali nei prossimi 3-4 anni e che appare probabile includa anche interventi riguardo alle NGNs. In tale ambito, in diversi passaggi dei documenti presentati dalla Commissione per la revisione della normativa (passaggi che sembrano destinati ad aumentare con le revisioni dei prossimi mesi), le NGNs vengono prese in considerazione quale scenario tecnologico di prossima affermazione, evidenziandosi la correlata opportunità dell’affermazione del criterio della neutralità della rete. I singoli Stati membri dell’Unione, dal canto loro, attualmente stanno procedendo ad analizzare l’intero spettro delle opzioni regolamentari possibili, dal non intervento alla regolazione rigida, al fine di individuare un proprio approccio nazionale rispetto alla tematica. In Italia, sull’esempio di quanto posto in essere dal regolatore britannico OFCom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sta lavorando nella direzione di una effettiva separazione funzionale delle attività-chiave della rete fissa, al fine di garantire la parità di trattamento nel contesto delle reti di nuova generazione. Capisaldi della prevista separazione sembrerebbero poter essere, da un lato, la “equality of access“ – ossia l’eguaglianza di tutti gli operatori, compresa la divisione commerciale dell’incumbent, nell’accesso alla rete locale dello stesso – con la connessa replicabilità dei servizi; dall’altro, la incentivazione agli investimenti per il miglioramento delle infrastrutture trasmissive, attraverso un level playing field adeguato e chiaro per tutti i soggetti interessati. Ad ogni modo, particolare attenzione da parte dei regolatori sembra dover essere prestata a profili fondamentali quali: a) la tutela del mercato da possibili azioni di leveraging da parte degli operatori incumbents rispetto alle nuove reti (evitando che la connotazione di “collo di bottiglia” della rete di accesso possa riproporsi nello scenario delle NGNs); b) le modalità dell’interconnessione fra le reti e dell’unbundling delle stesse; c) il regime della remunerazione fra gli operatori a livello wholesale; d) i caratteri degli obblighi di servizio universale nel nuovo scenario; e) la possibilità di intercettare le chiamate voce e i dati trasportati sulle reti. In questo quadro, saranno inoltre assai rilevanti gli sviluppi concernenti l’assegnazione dei diritti d’uso sulle frequenze per le tecnologie di accesso radio a larga banda (Broadband Wireless Access) – fra le quali spicca il Wi-Max – a seguito del regolamento di recente emanato dall’AGCom in merito alle procedure per l’assegnazione, da espletarsi da parte del Ministero delle Comunicazioni, dei diritti d’uso medesimi. Il regolamento si prefigge l’obiettivo dichiarato di consentire l’attribuzione, in maniera efficiente, di tali frequenze, contemperando sia le esigenze di sviluppo della concorrenza, sia quelle di disponibilità della banda larga nelle zone non coperte dal servizio. In generale, nel nuovo scenario tecnologico, gli interventi dei regolatori in merito alle reti di nuova generazione paiono dover essere ispirati a garantire al contempo: – la tutela delle dinamiche competitive nei mercati rilevanti, sia esistenti che emergenti; – la diffusione delle tecnologie e dei servizi su scala più ampia possibile, riducendo quindi il cosiddetto digital divide; – un quadro di regole chiare che preservi gli incentivi agli investimenti nelle nuove reti e nell’accesso alle stesse da parte di tutti gli operatori, ed eventualmente soggetti pubblici, interessati Tratto da Il Sole 24 Ore, 19 agosto 2007

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