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UE: il diritto ad informarsi e ad essere informati prevale sulla tutela del diritto di autore

di Davide Mula   Nel cd. Pacchetto Telecom, alla seconda lettura in Commissione Europea, è stato reinserito il principio che sancisce che anche in caso di violazione della normativa sul diritto d’autore l’autorità indipendente non può impedire agli utenti l’accesso alla rete. In tal guisa, trova pieno riconoscimento l’art. 21, Cost., e il correlato diritto di informarsi e di essere informati. Oggetto dell’emendamento 46, prima emendamento 138, è la previsione in base alla quale l’autorità indipendente non potrà, a meno che non si tratti di questioni di sicurezza nazionale, agire sulla connessione degli utenti. Ciò in forza del “principio secondo cui nessuna restrizione deve essere imposta sui diritti fondamentali e sulle libertà degli utenti senza una precedente decisione dell’autorità giudiziaria, in accordo con l’articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea sulla libertà di espressione e di informazione”. Inizialmente, il principio era stato inserito nell’emendamento 138 in un momento politico in cui una previsione siffatta avrebbe minato la posizione francese assunta sul punto. I transalpini, infatti, avevano appena adottato la previsione in base alla quale l’utente che ledeva attraverso la rete i diritti di proprietà intellettuale, in seguito a un ammonimento sarebbe stato coattivamente estromesso dalla rete. In seguito alle proteste dei francesi la Commissione aveva sottolineato come solo la tutela offerta dall’emendamento 138, ora il 46, avrebbe potuto bilanciare i diritti fondamentali in gioco. Un invito alla proporzionalità ribadito anche dai ministri della Cultura europei. L’Europa ha, così, accettato di discutere nei prossimi giorni del rapporto Stavros Lambrinidis che, volto al raggiungimento di un equilibrio tra sicurezza, privacy e libertà di espressione e alla fissazione di una carta dei diritti e dei doveri che tuteli e orienti il cittadino della rete, prevede che “ogni individuo per tutta la vita dovrebbe avere il diritto di accedere al computer e di Internet” e che “tale accesso non deve essere negato come una punizione per sanzionare le violazioni commesse dai cittadini”.

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