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Regolamento Agcom, diritto d’autore e Corte costituzionale, Prof. Gambino: “Ministro Franceschini prenda iniziativa su web e copyright”

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Intervenendo a Radio Radicale: “Regolamento AgCom su diritto autore è salvo, ma precario, in quanto Corte Costituzionale ha confermato assenza base legislativa espressa. Riflettere anche su inserimento di Authorities in Costituzione” presiperilweb6dicembre“A seguito della sentenza della Corte Costituzionale, chiamata dal Tar del Lazio a pronunciarsi sulla legittimità del quadro normativo in forza del quale l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha emanato il regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica entrato in vigore il 31 marzo 2014, passa agli atti e alla storia una sentenza che dichiara l’inammissibilità dei ricorsi del Tar, ma che, neanche troppo velatamente, rimarca l’assenza di una base normativa che espliciti i poteri dell’AgCom in materia di enforcement sul diritto d’autore online”. Così il Professor Alberto Gambino, Presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet e già presidente del Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore, intervenendo a Radio Radicale nel corso della trasmissione Presi per il Web nell’edizione del 6 dicembre. “Sul tema c’è un legislatore silente. Se così non fosse stato, l’Agcom non avrebbe dovuto cercare con il lanternino una serie di appigli normativi, in maniera anche giuridicamente elegante, perché ha scomodato fior di costituzionalisti e amministrativisti, i quali hanno individuato una serie di frammenti legislativi che rappresentano indizi del fatto che se ci fosse stata una norma espressa avrebbe dato questa competenza all’Agcom. Ma la norma espressa non c’è. Davanti a questa situazione evidentemente il Tar avrebbe potuto ragionare sulle fonti del potere dell’authority e non già sul contenuto delle leggi che disciplinano il web, che riguardano scenari generali e che certamente la Corte non avrebbe potuto toccare per un tema importante ma comunque particolare quale quello del copyright. Lascia davvero perplessi che si è andati a scomodare la Consulta quando, se si fossero voluti mettere in discussione i poteri regolamentari dell’authority, il Tar stesso avrebbe potuto direttamente disapplicare il Regolamento sul diritto d’autore”. “Ora – ha spiegato Gambino – il Ministero dei Beni Culturali dovrebbe prendere l’iniziativa, perché esso è il titolare della normativa sul diritto d’autore. Ed è bene che sia il Ministro della Cultura a prendere una simile iniziativa, presentandola alle Camere e spiegando come intende normare la difesa dei contenuti autoriali frutto del lavoro e della creatività degli artisti e dell’industria culturale italiana quando viaggiano sul web, nella consapevolezza che l’autorità giudiziaria ordinaria, se lasciata da sola, rischia interventi intempestivi e tecnologicamente poco efficaci. È doveroso intervenire, perché sullo sfondo c’è un tema delicatissimo che certamente riguarda il bilanciamento tra libertà di espressione e sacrosanta tutela del copyright ma che riguarda anche e soprattutto gli esatti confini del ruolo delle cosiddette Autorità amministrative indipendenti, le quali – affinché questa definizione non rappresenti un ossimoro – devono essere inquadrate in una disciplina organica e, se possibile, inserite espressamente nella nostra Costituzione”. Ospiti della puntata anche la Prof.ssa Giovanna De Minico (Professoressa di Diritto Costituzionale all’Università Federico II di Napoli e Direttrice del centro di ricerca interdipartimentale Hermes), il Prof. Marco Orofino (Professore di Diritto delle Comunicazioni elettroniche all’Università degli Studi di Milano), il Prof. Oreste Pollicino (Professore di Diritto Comparato e Diritto dei Media all’Università Bocconi di Milano) e Isabella Adinolfi (eurodeputata del Movimento 5 Stelle). 8 dicembre 2015

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