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Disabilità e accesso a internet

Disabilità e accesso a internet

di

Tommaso Sica
Università degli studi Roma Tre

 

SOMMARIO:

1. La disabilità nell’ordinamento euro-unitario e domestico

2. Nuove forme di vulnerabilità sociale ed uguaglianza digitale

3. La tutela dell’accesso a internet

4. Il contratto di accesso a internet tra profili qualificatori, rimediali e obblighi di contenuto

5. Internet, inclusione del disabile e Drittwirkung

 

ABSTRACT: Le nuove forme di vulnerabilità generate dall’avvento della moderna società tecnologica impongono l’adozione di misure idonee a evitare forme di discriminazione e di esclusione tra i consociati. In quest’ottica, il presente contributo, analizzando il ruolo cruciale dell’accesso a Internet come strumento di inclusione delle persone affette da disabilità, si sofferma sul contratto di accesso a Internet e sulla drittwirkung delle norme e dei principi costituzionali ed europei.

 

 

1. La disabilità nell’ordinamento euro-unitario e domestico

Il tema della tutela e dell’inclusione delle persone disabili, dopo una stagione iniziale in cui aveva rivestito un ruolo marginale, è stato oggetto di crescente attenzione sia da parte del legislatore europeo sia di quello domestico.
Invero, sino all’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam del 1997, gli interventi europei in materia di disabilità erano perpetrati esclusivamente attraverso atti di soft law e, segnatamente, mediante progetti di integrazione o di sviluppo della persona del disabile in singoli settori. Tra questi, è opportuno menzionare i programmi HELIOS I 1988-1991 (Handicappated people in the European community Living Indipendently in an Open Society), attuato con il fine di implementare la parità di opportunità e l’integrazione delle persone disabili, ed HELIOS II, per il periodo 1993-1996, che, oltre a promuovere gli scambi di progetti e di risorse tra paesi membri negli ambiti del riadattamento funzionale, dell’integrazione nel sistema educativo, della formazione professionale, dell’integrazione sociale e della vita indipendente e autonoma dei “minorati” (secondo la terminologia allora in uso), introdusse la c.d. guida “HELIOS II – Raccolta di buone pratiche”, in cui erano inserite le best practices in materia, al fine di proporre un modello virtuoso da replicare in tutti gli Stati membri. Dall’adozione di tale programma ha avuto origine anche l’European Disability Forum (EDF), con sede in Bruxelles, che raggruppa ventisette Consigli nazionali e circa quaranta organizzazioni non governative europee, svolgendo attività di lobbying, nonché di ricerca e di rappresentanza di milioni di cittadini europei affetti da disabilità.

 

 

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