Il 5 agosto, la morte di colui che Montanelli definì “il principe del giornalismo televisivo”…
“L’euro è di tutti”: rischi e opportunità in un mondo del lavoro fondato su Internet
di Gianfrancesco Rizzuti [*] Tireranno un sospiro di sollievo la dottoressa TP, che è la mia dentista. E anche madame FC, insegnante alle elementari, e mister AP, allenatore della squadra di volley della scuola di quartiere. E pure il dottor GM, il fisioterapista che cerca di alleviarmi il dolore al ginocchio. 2024, forse 2034. Non sono numeri di una lotteria, ma date entro le quali la metà (47%) dell’occupazione totale sarebbe a rischio. In altri termini, una lunga serie di lavori potrebbe letteralmente sparire o essere comunque sostituita da un computer. Il dato è contenuto in “The future of employment: how susceptible are jobs to computarisation?”, studio del settembre 2013 di due ricercatori di Oxford, Carl Benedict Frey e Michael A. Osborne. Lo spunto è ripreso da Roberto Sommella, nel suo “L’euro è di tutti” (Fioriti Editore, prefazione di Matteo Renzi, scaricabile su www.europaquotidiano.it). Per tornare all’inizio e spiegare perché alcuni professionisti e lavori sono “al sicuro”: la probabilità che per effetto della impetuosa rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni scompaiano professioni come quella dei dentisti, allenatori, maestri elementari, fisioterapisti è vicina allo zero. Il contributo di intelletto, intelligenza emotiva e sensibilità umani è di fatto per ora imprescindibile. In un ranking di ben 702 mestieri censiti dai due studiosi, tra quelli destinati alla “computerizzazione” cioè la sostituzione “ad opera di un pc”, questi citati sono in coda alla black list. Cattive notizie, invece, tra gli altri, per i broker immobiliari, per chi ripara orologi, o per chi si occupa di telemarketing. In quest’ultimo caso la probabilità di essere cannibalizzati dalla tecnologia, è 0,99 in una scala da 0 a 1. Una provocazione? Chissà. Certo è che – come ricorda Sommella, Direttore delle Relazioni Esterne dell’Antitrust, ma anche giornalista di vaglia – occorre interrogarsi su progetti di rilancio dello sviluppo che puntino al lavoro. In società dinamiche come quella americana, al rischio di sparizione di intere categorie lavorative si è associata un’opportunità: lì, come si rileva dal recente “The new geography of jobs” dell’economista (italiano) Enrico Moretti, l’impatto della diffusione della tecnologia è stato colto nei suoi aspetti positivi e ha permesso di creare – e non solo sostituire – posizioni lavorative. In Europa, per non dire in Italia il rischio è che dei mutamenti tecnologici si colga solo il lato “luddista”, la “pars destruens” e non anche quella “construens” delle reti, delle chance e delle nuove dinamiche del lavoro, specialmente delle giovani(ssime) generazioni, i digital native. È incoraggiante che il presidente designato della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, parli nel suo programma di 250 miliardi di crescita addizionale che durante il suo mandato “un singolo mercato digitale europeo” potrà generare. Tutto qui? No. C’è qualche buona notizia anche per i giornalisti e gli addetti alle relazioni pubbliche, nello studio degli economisti di Oxford: la campana dell’ultimo giro ancora non sembra suonare attorno alla comunicazione. Reporters e correspondents saranno utili, per i prossimi anni, così come i PR managers e specialists: entrambi occupano posizioni “a basso rischio di estinzione”. Internet, insomma, non li fagociterà facilmente, anche se li costringe(rà) a cambiare radicalmente il modo di lavorare. Ne riparliamo tra 20 anni, o trenta – per chi ce la farà – con “l’ultima copia del NY Times”? [*] Questo intervento è inserito in “Occhio di riguardo: la comunicazione tra tecnologia, mercato e diritto”, rubrica affidata a Gianfrancesco Rizzuti, docente di Relazioni Pubbliche Economiche e Finanziarie all’Università Europea di Roma, con la collaborazione, tra gli altri, di Marco Ciaffone. La rubrica tratterà di temi economici, giuridici e tecnologici, prendendo spunto dall’attualità o da pubblicazioni, ma sempre con un occhio (di riguardo) alla comunicazione. Immagine in home page: Soshable.com 31 luglio 2014