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Comunicazione, Coscienza, Cittadinanza: le tre C di una relazione che deve uscire dalla quarta…la Crisi!

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di Gianfrancesco Rizzuti [*] Crisi italiana: e se tra le cause ci fosse anche il digital divide tra Pubblico e cittadini? Crisi di debito, crisi di liquidità, crisi della produttività, crisi da squilibri macroeconomici e chi più ne ha più ne metta. Mi scuseranno gli economisti se elenco con superficialità solo alcune delle tante cause rinvenute nella letteratura all’origine e al protrarsi della crisi internazionale. foto 2Qualche giorno fa, al World Public Relations Forum di Madrid che ha visto la partecipazione di 700 esperti delle relazioni pubbliche, ma anche di economisti e politici (tra i quali il premier Mariano Rajoy), ho discusso un paper preliminare preparato insieme agli studiosi Luciano Monti ed Erica Pepe. La nostra tesi, che abbiamo cominciato a verificare anche grazie a comparazioni con indicatori di altri Paesi europei, è se tra le tante cause della non uscita italiana dal tunnel della recessione, ci possa essere anche quella del ritardo digitale della Pubblica Amministrazione. Un ritardo che diventa di comunicazione pubblica e istituzionale, e dunque di relazioni. Relazioni tra PA e cittadino, che possiamo pertanto definire @PPR: relazioni pubblico-private digitali. Grazie ad alcuni indicatori che abbiamo incrociato con le performance di altri Paesi europei, abbiamo studiato la insufficiente diffusione di una rete telematica su tutto il territorio; i ritardi nell’introduzione di procedure digitalizzate nella pubblica amministrazione e una bassa alfabetizzazione digitale dei cittadini. La loro combinazione, che penalizza l’Italia rispetto ad altre realtà come la Spagna, sarebbe di ostacolo al dialogo tra i vari livelli della PA e i cittadini non creando quel clima e sostrato di fiducia che è parametro di ogni metrica relazionale. E questo finirebbe per incidere sulla stessa crescita economica, accrescendo le diseguaglianze e scoraggiando quelle iniziative imprenditoriali che necessitano comunque di supporti digitali e di dialogo moderno con la PA.

(tratto da MONTI L-PEPE E.-RIZZUTI G., Can E-Government communication boost economic growth? 2014)
(tratto da MONTI L-PEPE E.-RIZZUTI G., Can E-Government communication boost economic growth? 2014)
Il raffronto con il caso spagnolo confermerebbe la nostra tesi secondo cui non sarebbe (tanto) la recessione a frenare gli investimenti nella digitalizzazione della nostra società, ma proprio il contrario: pochi investimenti nella agenda digitale minano la ripresa. Il gatto che si morde la coda, l’ha definita il Prof. Luciano Monti su uno suo post, “dove la coda sono i cittadini che non possono usufruire di tutti gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie e che, se senza lavoro o istruzione, sono dunque marginalizzati due volte”. Il titolo più generale della Conferenza di Madrid era “comunicare con coscienza”, e sullo schermo per un po’ campeggiava la scritta, riferita ai relatori pubblici: “Seamos la consciencia de nuestras organizaciones”. Se questo è vero, proviamo a fare un passo avanti e considerare una comunicazione trasparente ed etica, anche da parte della PA, come efficace da un punto di vista economico. Il bisogno di comunicare “con coscienza” può essere soddisfatto però con robusti investimenti nelle infrastrutture che permettono alla comunicazione di dispiegare al meglio le proprie potenzialità. Solo così essa potrà agire anche come riduttore sostenibile di digital (e financial) divide e infondere esternalità positive sui protagonisti della relazione del processo comunicativo con l’amministrazione pubblica. Siano essi organizzazioni, imprese. Ma prima di tutti, cittadini. [*] Questo intervento è inserito in “Occhio di riguardo: la comunicazione tra tecnologia, mercato e diritto”, rubrica affidata a Gianfrancesco Rizzuti, docente di Relazioni Pubbliche Economiche e Finanziarie all’Università Europea di Roma, con la collaborazione, tra gli altri, di Marco Ciaffone. La rubrica tratterà di temi economici, giuridici e tecnologici, prendendo spunto dall’attualità o da pubblicazioni, ma sempre con un occhio (di riguardo) alla comunicazione. 6 ottobre 2014

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